Si chiama tartare ma significa arte
Il crudo non è per tutti i palati ma per chi lo ama è fonte di grandi soddisfazioni. La tartare di carne ha origini antiche e nasce come cibo per nomadi per diventare oggi un piatto raffinato, ottimo da gustare e bellissimo da guardare. Proprio come un’opera d’arte.
Come ogni opera d’arte che si rispetti, il piatto della tartare ha una storia da raccontare. Originariamente si indicava con il termine tartare una tecnica per preparare la carne cruda (ma anche il pesce) a cui ricorreva il popolo nomade di origine turca dei Tartari, solito a posizionarla tra la sella e il dorso del cavallo per farla macinare e sminuzzare durante le lunghe trasferte da un territorio all’altro.
Fortunatamente questa tradizione appartiene al passato ed oggi una tartare ben preparata, in cucina non a cavallo, è capace di esaltare la qualità e il sapore della carne. Non una carne qualsiasi, intendiamoci: parliamo infatti di un’ottima carne da consumare cruda dopo essere stata triturata al mixer o tagliata al coltello.
Se vi trovate seduti al tavolo di un ristorante o, più probabile di questi tempi, state ordinando una tartare da farvi consegnare a casa, potete stare tranquilli perché gli chef sono perfettamente in grado di prepararla senza incorrere in errori (o almeno così speriamo).
Cimentarsi nella preparazione di una tartare home-made invece, pur non richiedendo titoli particolari, necessita di qualche accorgimento e per essere davvero pronti, una visita al sito dell’Accademia Macelleria Italiana non può che essere utile.
Fatto un breve consulto ora si può iniziare: che si tratti di un antipasto o di un piatto principale il primo punto fermo è la qualità ed una materia prima d’eccellenza utilizzata da molti ristoranti è sicuramente la carne bovina di Fassona piemontese. Fondamentale ma non scontato è che sia anche freschissima. Qualità e freschezza sono irrinunciabili ma il condimento, o per i più cosmopoliti il dressing, gioca un ruolo chiave per il risultato finale in termini di sapore e anche di immagine. Ammettiamolo, alcune tartare riescono così bene che anche Mario Testino non resisterebbe dal fotografarle.
Ognuno sceglie a seconda del proprio gusto ma solitamente gli ingredienti più utilizzati sono la senape, le olive taggiasche, il sale, il tabasco, la salsa Worcestershire, forse un po’ difficile da pronunciare ma perfetta da aggiungere, e un tuorlo d’uovo fresco. C’è chi preferisce condirla con cipolla tritata, capperi e acciughe e in alcuni casi si può aggiungere un’emulsione di succo di limone, olio extravergine di oliva, acciughe e capperi tritati.
La passione per la cucina è condivisa da molti, spesso però si preferisce comprare una tartare già pronta e condirla con alcuni degli ingredienti appena citati ma se avete il desiderio di mettervi alla prova con la preparazione di una tartare 100% home-made, Giallo Zafferano può darvi la giusta ispirazione per cucinare una tartare di carne Fassona piemontese che non teme confronti…
Tanto siete a casa, chi può competere con voi? I più temerari e sicuri di sé che ai fornelli osano e soprattutto non limitano l’uso di determinati ingredienti alle sole tartare di pesce, possono creare un sorta di strato di fondo con avocado oppure mango. Si può azzardare, con una buona dose di coraggio e tanta passione, e mixare tartare di vitello con alcune parti del pesce ma meglio non svelare tutto perché grazie al Sfizioso si possono trovare idee inaspettate per creare tartare originali, perfette per la bella stagione che sta arrivando e sicuramente sfiziose.
Ci avete fatto caso? Nella parola tartare si nasconde, neanche troppo, la parola arte, perché in effetti, grazie anche a questi preziosi suggerimenti, questo piatto potrà davvero diventare un capolavoro.
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