Alla scoperta del gianduiotto, il cioccolatino dalla carta dorata simbolo del Piemonte
Una ricetta semplice, ma innovativa, basata su ingredienti genuini e del territorio: cacao, zucchero e nocciole del Piemonte, così nasce il gianduiotto.
Se è vero che le difficoltà acuiscono l’inventiva, è proprio questo il caso del gianduiotto, il cioccolatino italiano più famoso del mondo. Siamo in Piemonte all’inizio dell’Ottocento e Napoleone, che domina sulla regione, ha bloccato ogni rapporto commerciale con le navi inglesi per ragioni politiche. Tuttavia, uno dei prodotti principali che il Piemonte acquista dagli inglesi è il cacao, dal momento che fin dalla fine del Settecento a Torino si è sviluppata una fiorente industria cioccolatiera.
Basti pensare che proprio nella città sabauda viene inventato, nel 1826, il primo cioccolatino, mentre fino ad allora la cioccolata era stata consumata solo in forma liquida. E ora che il cacao è così costoso e difficile da reperire, il settore sta entrando in profonda crisi.
La soluzione arriva soltanto nel 1865, mezzo secolo dopo la fine della denominazione napoleonica, quando i due industriali Isidore Caffarel e Michele Prochet hanno l’idea di mescolare al cacao la nocciola Tonda Gentile delle Langhe, che si trova in abbondanza nella zona. Le nocciole finemente tritate, infatti, contenendo olio, si trasformano in una crema che permette di ridurre la quantità di cacao necessaria.
Dall’impasto nasce un cioccolatino a forma di barca rovesciata, che viene pubblicizzato associandolo al cappello della maschera piemontese Gianduia. Di qui, il dolce diventa popolare con il nome di gianduiotto.
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