Potenzialità e traiettorie di sviluppo dell’agricoltura italiana
L’agricoltura ha un’importanza chiave per il nostro territorio e nonostante gli importanti risultati raggiunti dovrebbe impegnarsi per sprigionare le enormi potenzialità che racchiude.
L’agricoltura rappresenta da sempre il cuore pulsante del nostro Paese, fatta di profondi legami con il territorio, di relazioni con le comunità locali e di attenzione e cura delle materie prime. Il settore agricolo riveste un’importanza chiave per il nostro territorio e assolve a numerosi compiti fondamentali per garantire la sostenibilità e la produttività del sistema economico.
La fotografia del settore che restituisce Istat è particolarmente significativa: con oltre €60 miliardi di fatturato, 940 mila occupati, €32,9 mld di valore aggiunto e più di 1,1 milioni di imprese, l’agricoltura rappresenta una leva strategica fondamentale per garantire il rilancio del Paese, soprattutto in questo delicato momento storico.
L’agricoltura è di fondamentale importanza anche per assicurare la cura e la conservazione del nostro territorio. Attraverso la gestione efficace del suolo, la tutela della biodiversità e la preservazione del paesaggio, la produzione alimentare diventa uno strumento strategico di sostenibilità e ricchezza per il territorio.
Anche sul fronte dell’export, il settore agricolo ha raggiunto i 7 miliardi di Euro nel 2020, risultato sicuramente migliorabile ma che non ha ostacolato la crescente reputazione del nostro Paese come eccellenza del settore Food&Beverage.
Nonostante l’Italia si posizioni al 65º posto a livello globale per superficie dedicata all’agricoltura (pari allo 0,3% del totale) secondo i dati FAO, primeggia per la produzione e l’export di moltissimi prodotti agricoli.
- 1° Paese al mondo per la produzione di carciofi (22,5% del totale) e 4° per valore delle esportazioni (12,0% del totale);
- 2° Paese al mondo per la produzione di olive (11,2% del totale) e 5° Paese al mondo per valore delle esportazioni (7,2% del totale);
- 2° Paese al mondo per la produzione di uva (10,2% del totale) e 2° Paese al mondo per valore delle esportazioni di vino (20% del totale);
- 3° produttore globale di kiwi (12,1% del totale) e 2° Paese al mondo per valore delle esportazioni (16,7% del totale).
Questi e molti altri primati raccontano l’incredibile potenziale del settore, che alla luce degli importanti risultati raggiunti dovrebbe impegnarsi per individuare una traiettoria di sviluppo per il futuro che le consenta di sprigionare le enormi possibilità che racchiude.
I Paesi Bassi rappresentano un bell’esempio di valorizzazione del territorio attraverso una strategia che si è rivelata vincente: la tecnologia al servizio dell’efficienza e della sostenibilità produttiva.
Con una superficie di 42.508 km² (vs. 301.338 km² in Italia), una popolazione di circa 17 milioni di persone (vs. 60,5 milioni in Italia) e una superficie impiegata in attività agricole pari a 1.790 ettari di terreno (vs. 1.497 in Italia), i Paesi Bassi rappresentano il secondo Paese al mondo (dopo gli Stati Uniti) per esportazioni di prodotti agricoli, pari a 95,6 miliardi di Euro nel 2020 (oltre 13 volte le esportazioni di prodotti agricoli, della silvicoltura e della pesca raggiunte dall’Italia nello stesso anno).
Il segreto dei contadini olandesi risiede nella elevata produttività agricola resa possibile dalle conoscenze di avanguardia nel campo della biotecnologia e tecnologia alimentare e dalle tecnologie disponibili. La Wageningen University & Research (Wur), 80 chilometri a sud-est di Amsterdam, è considerata il principale istituto di ricerca agricola del mondo; la Wur è anche il punto nodale della cosiddetta Food Valley, un vasto insieme di fattorie sperimentali e start-up tecnologiche per l’agricoltura.
Il percorso di crescita intrapreso due decenni fa dai Paesi Bassi si è sviluppato a partire da una grande attenzione alla sostenibilità e all’uso delle risorse, riassunto nel mantra, “Twice as much food using half as many resources” (produrre il doppio del cibo dimezzando le risorse impiegate). I risultati della collaborazione tra accademici ed imprenditori e una forte attenzione alla sostenibilità nel lungo periodo hanno reso il Paese un modello a cui fare riferimento.
In Italia, secondo i dati dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, il mercato dell’agricoltura 4.0 ha toccato nel 2020 un valore di 540 milioni di Euro (+20% rispetto all’anno precedente, pari al 4% del mercato globale), con la maggior parte degli investimenti concentrati in sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (pari al 36%) e nei macchinari connessi (30%), seguiti dai sistemi di monitoraggio da remoto dei terreni, di mappatura e di supporto delle decisioni.
I benefici ambientali, ed economici, legati alla tecnologia applicata alla produzione agricola derivano da un utilizzo più mirato dei prodotti chimici, un impiego più efficiente di acqua, suolo, energia e conseguente riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Oltre al miglioramento dell’efficienza produttiva e la sostenibilità delle coltivazioni, la tecnologia consente di potenziare l’efficienza della catena distributiva, attraverso la raccolta e l’analisi di dati sull’intera filiera produttiva.
Un passo avanti che l’agricoltura italiana non può più permettersi di rimandare.
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