Food Delivery: è davvero la nuova normalità?

Dopo il boom durante la pandemia, il food delivery è ancora sulla cresta dell’onda? Scopri come il settore si è evoluto e quali sono le prospettive future.

Food Delivery: è davvero la nuova normalità?

Negli ultimi anni, il food delivery ha vissuto una crescita vertiginosa, trasformandosi da un servizio di nicchia a un’abitudine consolidata per milioni di persone. La pandemia ha accelerato questa rivoluzione, rendendo il cibo a domicilio un’esigenza quotidiana più che un lusso occasionale. Durante i lockdown, ristoranti e consumatori hanno trovato nel delivery una soluzione pratica e sicura, con un impatto significativo sui fatturati della ristorazione.  

Oggi il mondo è tornato alla normalità ma il food delivery non ha perso il suo slancio. Anzi, ha saputo reiventarsi, consolidando una consuetudine che sembra ormai difficile da abbandonare. E i numeri lo confermano: gli italiani continuano a preferire la comodità di ricevere i piatti pronti a casa.

Secondo uno studio condotto a marzo 2024 da YouGov, il 21% degli italiani ordina cibo a domicilio almeno una volta al mese. Il boom delle consegne si ha soprattutto nel fine settimana, con una maggiore incidenza nel Sud Italia. Il motivo per cui scelgono questo servizio? La comodità e la possibilità di scegliere l’orario di consegna, oltre che il poter pagare online.

Ma quali sono i piatti più richiesti? La regina indiscussa resta la pizza (70%) che domina il mercato con un distacco netto da fast food (29%) e hamburger da ristoranti e steakhouse (28%). In fondo alla classifica troviamo prodotti da pasticceria e burritos (4%), mentre i prodotti da supermercato si fermano a un modesto 3%.

Quanto alle piattaforme più utilizzate, JustEat si conferma leader con il 51% delle preferenze, seguita da Glovo (31%) e Deliveroo (37%).

Food Delivery: è davvero la nuova normalità?

Ma non troviamo solo pizzerie e fast food, oggi lo scenario è ben diverso. Sempre più ristoranti tradizionali e gourmet stanno cavalcando l’onda, trasformando la consegna a domicilio in un’arma competitiva.  

Un esempio? Langosteria a Milano, che ha lanciato il servizio Langosteria a casa per portare i suoi piatti direttamente nelle case dei clienti. Oppure il celebre ristorante da Da Vittorio, che ha ideato kit esclusivi per permettere ai clienti di ricreare i propri piatti stellati a casa e far sentire tutti degli chef di alto livello.

Ma le vere protagoniste dell’innovazione sono le dark kitchen, una delle rivoluzioni più interessanti nel settore. Sono cucine nascoste dedicate esclusivamente al food delivery, prive del servizio in sala. Permettono di ottimizzare tempi e costi, oltre che di garantire alta qualità e consegne più rapide. Una minaccia per i ristoranti tradizionali? Tutt’altro. O almeno non per il momento. Per un ristoratore, queste dark kitchen rappresentano un’opportunità per espandere la propria clientela senza dover aprire nuove sedi fisiche, raggiungendo anche aree più lontane e diversificando l’offerta.

Food Delivery: è davvero la nuova normalità?

Secondo il Corriere, in Lombardia sono già operative almeno sei dark kitchen, spesso situate all’interno di capannoni industriali.

Ma come si prospetta il futuro del food delivery? L’innovazione tecnologica sarà la vera spinta, rendendo le consegne più rapide ed efficienti e migliorando l’esperienza complessiva del cliente. Sempre più ristoranti stanno investendo in servizi diretti, bypassando le piattaforme di terze parti per massimizzare i profitti e migliorare il rapporto con i clienti.

Il food delivery, con la sua capacità di adattarsi alle esigenze e di rispondere alle nuove tendenze – dall’alta cucina a domicilio alle soluzioni logistiche più avanzate – è ormai una realtà consolidata. Più che una semplice comodità, sta diventando una vera e propria esperienza gastronomica destinata a trasformare per sempre il modo in cui viviamo la ristorazione.

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