Cappuccino con… Cornetto, brioche o croissant?
Spesso usiamo questi 3 nomi come sinonimi badando solo a farcitura e golosità, eppure una differenza di sostanza e di forma c’è.
Sedersi al bar, ordinare un caffè, un tè o un cappuccino accompagnato da…un cornetto? Una brioche? Oppure un croissant? Quasi sempre uno vale l’altro perché in realtà ignoriamo quale sia la differenza, seppur sottile, che esiste tra queste 3 golosissime paste irrinunciabili quando si vuole gustare una signora colazione, al bar o a casa. Facciamo innanzitutto chiarezza su un, purtroppo, falso mito, la famosissima frase “Se non hanno il pane, che mangino le brioches“.
Da sempre attribuita alla regina di Francia Maria Antonietta, in riferimento al popolo ribelle durante la “guerra delle farine” per l’aumento del costo del pane. In realtà la frase è stata scritta da Rousseau nelle “Confessioni”, in riferimento a un evento del 1741, quando Maria Antonietta non era ancora nata. Fortunatamente il sito Learnamo fa molta chiarezza sul triangolo dei dolci più amati quando si parla di colazione partendo dal cornetto erede della leccornia austriaca kipferl creata dai pasticceri austriaci di Vienna nel 1683 per celebrare la vittoria dell’Impero Austroungarico su quello Ottomano. In quel tempo i rapporti commerciali tra Italia ed Austria erano molto intensi e non ci è voluto molto per far sì che la famosa pasta approdasse anche da noi, nello specifico in Veneto, subendo però alcune varianti, a cominciare dal nome: il kipferl, sempre mantenendo la sua forma di mezza luna, era diventato un cornetto e la sua ricetta si è arricchita tanto che oggi si prepara con farina, latte, uova, zucchero, sale, burro e lievito.
A dispetto del nome francofono, anche il croissant deve dire grazie al famoso dolce austriaco approdato in Francia nel 1838. Cenni storici precisi sulla nascita del croissant non ci sono ma quello più accreditato risale al 1839 anno in cui l’ufficiale austriaco August Zang, fondò la Boulangerie Viennoise (Pasticceria Viennese) a Parigi , la cui specialità era proprio il kipferl insieme a tutta la pasticceria austriaca. La sua tipica forma a mezzaluna ben presto fece mutare il nome in croissant, in italiano crescente, proprio come la luna. In cosa differisce quindi un croissant dal cornetto? Semplicemente nel primo non sono presenti le uova e la quantità di zucchero è minore rispetto alla rivisitazione italiana
Se vi è capitato di scendere del Meridione del nostro paese ed ordinare una brioche, probabilmente ne avrete ricevuta una soffice e dalla forma arrotondata con tanto di “tuppo”, una sorta di cappellino di sapore e consistenza identici a quelli della brioche, posto sulla sommità della pasta. Storia molto affascinate quella della brioche, o brioscia, che gli italiani del Sud Italia sostengono sia nata proprio in questa parte del Paese, come spiega Il Sicilia con tanto di leggenda popolare che rende il celebre dolce ancora più invitante e soprattutto spiega perché lo chignon che siete solite farvi nel Meridione viene chiamato “tuppo”.
In realtà la brioche non è stata inventata in Italia, bensì in Francia: la sua versione originale è ricca di burro e la sua forma è simile ad un piccolo pandoro rovesciato con una pallina di impasto sopra. La prima comparsa di una pasta con queste caratteristiche risalirebbe addirittura al Medioevo, durante il quale si preparava un dolce a base di farina, latte, uova, burro e lievito naturale. Anche sul nome tante teorie, alcune eccellenti che implicano lo zampino di Alexandre Dumas, ma si tende a pensare che il nome derivi semplicemente dal verbo “brier” che in francese significa impastare.
La brioche rispetto ai suoi compagni croissant e cornetto, dovrebbe essere più rotonda e soffice grazie ad un uso extra del burro. Ed ora al bar cosa ordineremo insieme al cappuccino? La risposta in realtà è molto facile perché ogni alternativa è a dir poco deliziosa.
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