Cantina Roeno: vini di carattere da quasi 50 anni, frutto del connubio tra tradizione e innovazione
Cantina Roeno, col suo patrimonio di vigne centenarie da difendere, tramanda la storia e la tradizione della Terra dei Forti senza aver paura di sperimentare e guardare al futuro.
Attraversata dal fiume Adige e delimitata dal Monte Baldo a Ovest e dall’altopiano della Lessinia a Est, la Terra dei Forti rappresenta una perla dell’enografia italiana ancora tutta da scoprire. Cercherò di farvela conoscere attraverso il racconto della Cantina Roeno, un’impresa familiare che negli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti grazie al perfetto connubio tra tradizione e innovazione.
L’azienda nasce a Brentino Belluno (VR) per mano del Signor Rolando Fugatti a cui si deve anche il nome: Ro-eno è infatti l’acronimo di Rolando ed enos, dal greco vino. Oggi sono i 3 figli Roberta, Cristina e Giuseppe a portare avanti il progetto che va ben oltre la produzione di vino.
Cantina Roeno coniuga infatti l’attività vitivinicola con l’hospitality, grazie all’Agriturismo e la Locanda e proponendo eventi e percorsi di visita e degustazione che vedono il vigneto storico pre-fillossera di Enantio come attrazione principale.
Mentre la denominazione Terradeiforti-Valdadige comprende i comuni veronesi di Brentino Belluno, Dolcè e Rivoli Veronese e di Avio (TN), le vigne della Cantina Roeno si estendono oltre i suoi confini. A sud raggiungono Affi e Caprino Veronese, mentre a Nord toccano la provincia di Trento, rientrando nel disciplinare del Trentino DOC.
Ne deriva una grande varietà di vini prodotti da vitigni diversi: alcuni caratteristici della Terradeiforti-Valdadige DOC come l’Enantio, il Pinot Grigio e lo Chardonnay, altri appartenenti alla tradizione trentina come il Müller Thurgau, il Gewürztraminer, il Marzemino e il Teroldego, fino a comprendere varietà importate che hanno costituito una vera e propria sfida, ampiamente vinta! È questo il caso del Riesling Renano che ha saputo adattarsi al clima e al terreno delle sponde dell’Adige aggiudicandosi il titolo di Miglior Riesling d’Italia annata 2017 (nella sua versione vinificata in acciaio “Praecipuus”), e ottenendo più volte i 3 bicchieri del Gambero Rosso (nella versione riserva “Collezione di Famiglia”).
Uno dei punti di forza dell’azienda è proprio la differenziazione dei prodotti, riconducibili a 3 diverse linee:
- I VIGNETI, vini classici e tradizionali;
- LE SELEZIONI, che rappresentano i primi progetti significativi dell’azienda, dal Roeno “Vino del fondatore”, taglio bordolese creato dal padre Rolando, al Riesling Renano “Praecipuus”, fino al recupero di vitigni storici come l’Enantio;
- LE FIRME, i vini più rappresentativi della famiglia Fugatti, frutto della passione dei suoi membri, accomunati dalla voglia di rinnovare senza perdere il filo dei ricordi.
Ho assaggiato per voi due dei vini della linea LE FIRME: il Riesling Renano Collezione di Famiglia, annata 2016 e il Terra dei Forti DOC Enantio Riserva 1865 Prefillossera, annata 2015.
Senza indugi, mi concedo il primo calice di Riesling in un tardo pomeriggio di sole. Non il classico vino da aperitivo, è infatti un bianco dalla grande personalità, caratterizzato da complessità gusto-olfattiva e una buona struttura, ottenute grazie all’affinamento prolungato.
Nato dalla passione della famiglia Fugatti per la Mosella, le prime bottiglie risalgono al 2010, dopo aver sperimentato diverse vendemmie volte a isolare le parcelle più vocate e ricercare l’evoluzione giusta, data infine dall’affinamento di 18 mesi in botte grande e 36 in bottiglia. Il risultato è un bouquet ricco che tocca note fruttate di melone bianco, pesca e pompelmo, con un finale che richiama la freschezza della salvia e una punta di vaniglia.
Il sorso è lungo, avvolge la bocca ma richiama subito il successivo grazie all’equilibrio tra mineralità e acidità tipiche del vitigno e una buona morbidezza.
A una tale struttura abbinerei piatti altrettanto ricchi: una sarda in saor, per restare in regione e accompagnarne il profumo, ma anche ostriche, pesce grigliato o affumicato, primi piatti a base di ragù bianchi.
Per quanto riguarda il secondo vino, spinta dalla curiosità ho deciso di assaggiarlo prima da solo e successivamente di abbinarlo ad una ricetta costruita ad hoc sulla base delle sue caratteristiche: l’anatra glassata all’aceto balsamico e miele di castagno (che trovate nell’articolo dedicato).
L’Enantio Riserva 1865 Prefillossera rappresenta, oltre all’azienda, un intero territorio costituendo l’emblema della Terra dei Forti. Prodotto dall’omonimo vitigno autoctono, conosciuto anche come Lambrusco a foglia frastagliata, vanta un carattere rustico e un’origine antichissima. Già nel primo secolo D.C., veniva infatti citato da Plinio il Vecchio che scriveva: “hoc est vitis silvestris, quod vocatur oenanthium…” ovvero “la brusca è una vite selvatica chiamata enantio”.
Proviene inoltre da un vigneto del 1865, come riportato in etichetta, che grazie alla percentuale di silicio nel terreno è sopravvissuto all’invasione della fillossera di inizio 900.
Appena versato nel calice rimango colpita dal colore rosso rubino intenso. Il naso è ampio: un susseguirsi di note diverse, dai piccoli frutti rossi sotto spirito a sentori vegetali e di sottobosco, fino a raggiungere toni speziati di chiodi di garofano e un piacevole ricordo di incenso. Una complessità ottenuta anche grazie all’affinamento di 24 mesi in botte grande e altri 18/24 in bottiglia.
Al palato tira fuori la sua natura selvatica, con una continua lotta tra freschezza e tannicità che regala sorsi lunghi e persistenti. Perfetto in abbinamento con selvaggina o piatti di carne dalla cottura lunga, arricchiti da spezie e aromi.
Se come me amate scoprire vitigni rari e produttori ambiziosi, non perdete l’occasione di assaggiare i vini della Cantina Roeno e, appena sarà possibile, regalatevi una visita del loro vigneto storico nella meravigliosa cornice della Val d’Adige.
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