Beetourism: il turismo del miele diventa un trend per il 2021
E’ nato nell’Astigiano Beetourism: il turismo del miele
Una tendenza già ampiamente diffusa all’estero, dove l’onda ecoturistica più recente è proprio legata all’apiturismo. Diverse destinazioni stanno puntando proprio sul turismo del miele, come Slovenia, Malta e Turchia.
“Da qui l’idea di mettere a sistema un prodotto naturale di grande qualità come il miele e tutto l’affascinante mondo delle api che ne è alla base, con i suoi tanti produttori locali, per promuovere in modo nuovo e distintivo l’Astigiano”. Così riassume Beetourism il suo ideatore, Davide Palazzetti, esperto astigiano di marketing territoriale e turistico.
Progetti nati per contrastare la moria di alveari, che in Europa del nord si sono ridotti negli ultimi anni di circa il 50%, contro il meno 20% italiano.
Tra le colline dell’Astigiano, a nord, dove viticoltura ed agricoltura sono meno presenti ma in cui lavorano diversi apicoltori, dai più piccoli, con solo qualche decina di alveari, fino ai 500 di Bechis, a Morialdo, frazione di Castelnuovo don Bosco, a 100 metri dal grandioso santuario di Colle Don Bosco.
Il progetto Beetourism
Oggi i turisti chiedono di vivere esperienze, e il miele può diventare un tema perfetto: dall’acquisto di prodotti a prezzi interessanti, all’assistere alle varie fasi di allevamento e produzione, oltre a degustazioni e visite guidate, fino alla partecipazione attiva, per portarsi a casa il proprio miele.
Il progetto sta finendo di raccogliere consensi e partecipazione dagli apicoltori dell’Astigiano, con l’obiettivo di iniziare a promuovere eventi ed attività già in autunno, anche a supporto dei produttori, spesso piccoli o piccolissimi, provati pure loro dalle conseguenze di lockdown e Covid.
Il Beetourism si collega e completa con un altro progetto di Palazzetti: la Via astigiana delle api, pensata per salvaguardare uno degli insetti più importanti per la vita sulla Terra, offrendogli molti spazi carichi dei suoi fiori preferiti; via di fiori e colori tra i comuni di Castelnuovo don Bosco, Buttigliera d’Asti e San Paolo Solbrito a valorizzare territori e a renderli ancor più attraenti.
I luoghi del miele
Che prodotti della terra e tradizioni gastronomiche siano un valido attrattore per i visitatori, sempre più in cerca di esperienze autentiche e coinvolgenti, è scontato e l’apicoltura, importante attività del territorio, è magnificamente carica di quei valori di sostenibilità, tradizione e cultura, tanto ricercati dai turisti.
Anche nel cuore del Roero si snoda una strada del miele, un ‘corridoio paesaggistico-culturale’ di circa 38 Km che parte da Bra e giunge a Cisterna d’Asti, passando per Ceresole d’Alba.
Il percorso coinvolge 11 comuni, i cui centri sono posti per lo più lungo la dorsale delle Rocche. a strada del miele intende offrire di più. In ciascuno dei paesi che attraversa, una serie di pannelli propone un particolare aspetto di questo intrigante universo che è il mondo del miele: l’ape, le sue forme di comunicazione (i sensi, la danza), l’allevamento, la flora apistica, i tipi di miele, i prodotti dell’alveare, i manufatti.
Sono le abbondanti fioriture primaverili e quelle precoci del castagno “della Madonna”, tipico della zona, ad aver alimentato la vocazione all’apicoltura, nata come modo per integrare i guadagni dei contadini che vivevano soltanto dei raccolti della terra.
Due dei loro “ciabot”, casupole in cui uomini e animali trovavano riparo, trasformati in apiari e unici in Europa, sono le prime tappe del Sentiero dell’Apicoltura di Montà e raccontano l’evoluzione delle tecniche e il metodo di allevamento razionale delle api.
Castagno e acacia sono i mieli tipici del Roero, dove si produce anche idromele e dove in passato si praticava l’agricoltura di transumanza. Fino alla fine degli anni Trenta del Novecento, le arnie venivano caricate di notte a bordo di autocarri e spostate lungo le Prealpi in base alla stagione.
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