Autoproduzioni: creatività e sostenibilità in cucina

Come trasformare semplici ingredienti di origine vegetale in autoproduzioni vegane.

Autoproduzioni: creatività e sostenibilità in cucina

L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per i suoi prodotti tipici, molti dei quali derivano dal mondo animale. Tuttavia, con le informazioni sempre più accessibili, si è diffusa maggiormente la consapevolezza sulle questioni ambientali ed etiche legate a questi prodotti. Oggigiorno è sempre più evidente il contrasto tra coloro che privilegiano la produttività e quelli che danno priorità alla sostenibilità e al benessere animale. Questa divisione ha portato molti a cercare alternative alimentari che siano più in linea con le loro convinzioni. In questo articolo, esploriamo insieme il mondo delle autoproduzioni vegane e come oramai molti prodotti possono essere realizzati con ingredienti di origine vegetale.

Una giovane Chef romana, esperta in autoproduzioni, mi ha guidato in questo percorso.

Flavia Trimarchi, classe 1995, ha rivoluzionato la sua vita passando alla cucina vegana e all’autoproduzione. Per oltre vent’anni, ha lavorato come istruttrice di equitazione, finché un problema di salute della sua cavalla non l’ha portata a riflettere sul trattamento degli animali. Questo evento l’ha spinta ad abbandonare la sua carriera e ad abbracciare il veganismo.

Da sempre appassionata di cucina, ha trovato nuova ispirazione negli ingredienti di origine vegetale. La sua curiosità l’ha portata a incontrare una chef specializzata in cucina vegana, con la quale ha esplorato l’affascinante mondo della fermentazione e autoproduzione. Dopo una serie di esperienze lavorative, di cui l’ultima a Ibiza, oggi Flavia gestisce un home restaurant, nella sua città natale, dove accoglie gli ospiti nel suo spazio creativo e offre loro un’esperienza culinaria che promette emozioni.  In ogni suo piatto c’è la voglia di esplorare nuove frontiere della cucina vegetale e condividere con gli altri la sua passione.

Dietro le quinte: processi e prodotti dell’autoproduzione

Ma adesso entriamo nel vivo. Seguendola nel suo percorso, ho scoperto un mondo di preparazioni, ognuna con una storia unica e un processo di produzione che sostituisce abilmente prodotti di origine animale. La fermentazione, mi spiega, richiede pazienza e precisione, con tempi che possono variare notevolmente a seconda delle condizioni ambientali come temperatura e umidità. Questo rende ogni processo unico e personalizzato. Per Flavia, il fascino dell’autoproduzione risiede proprio nella magia di trasformare ingredienti semplici in cibi straordinariamente nutrienti e saporiti, rendendo la cucina vegana una scelta accessibile e gratificante per chiunque desideri esplorarla. Questo non è solo un hobby ma uno stile di vita che abbraccia e promuove, evidenziando quanto sia arricchente e soddisfacente creare da zero i propri alimenti.

Ho avuto il piacere di osservare alcune delle sue preparazioni principali, che ora condivido con voi: il tempeh di fave, un prodotto che deriva dalla fermentazione dei legumi. È ricco di proteine e rappresenta una valida alternativa alla carne, facilmente integrabile in vari piatti. Flavia lo produce attraverso un processo di fermentazione che varia dalle 24 alle 48 ore, utilizzando un essiccatore per garantire la giusta consistenza e sapore.

Tempeh di fave - © Flavia Trimarchi

Tempeh di fave – © Flavia Trimarchi

Un altro prodotto, ormai conosciuto, è il tofu, creato a partire dalla soia ricca di proteine e nutrienti essenziali. Mi ha spiegato che lo prepara immergendo la soia in acqua e poi la frulla. Dal processo si separa la bevanda (latte) di soia dall’ okara, il residuo fibroso utilizzabile in altre ricette (granulare di soia). Rimossa la yuba, una “pellicola cremosa” che ricorda quella che si forma riscaldando il latte vaccino, aggiunge il nigari, un coagulante, e lascia il composto riposare. Infine, il caglio viene messo in un panno per drenare l’acqua in eccesso e pressarlo per consolidarlo.

Il seitan, altra sostituzione ideale per chi cerca un’alternativa vegetale ricca di proteine. Si ottiene dall’impasto di farina Manitoba, che viene lavorato fino a formare la maglia glutinica. Dopo il riposo in acqua e lavorazione manuale, il panetto ottenuto viene cotto in un brodo aromatizzato, e dopo una settimana di riposo in frigo è pronto per essere utilizzato.

La creatività di Flavia si riflette anche nel suo stagionato di tempeh alla senape, dove il tempeh viene trasformato in un formaggio vegetale dal sapore deciso, anche qui con l’uso di un essiccatore in cui viene trasferito per circa 12 ore.

Tempeh alla senape - © Flavia Trimarchi

Tempeh alla senape – © Flavia Trimarchi

Uno dei suoi progetti più ambiziosi è stato il Camembert di anacardi, una versione vegetale di un famoso formaggio francese, che insieme al Roquefort è tra le preparazioni più lunghe e soddisfacenti a detta di Flavia poiché richiede una preparazione di circa 50-60 giorni, tra fermentazione e cura, per sviluppare le caratteristiche muffe che gli conferiscono il suo sapore distintivo e garantire quindi la miglior resa possibile.

Camembert di anacardi - © Flavia Trimarchi

Camembert di anacardi – © Flavia Trimarchi

Flavia condivide la sua esperienza sui suoi social, mostrandovi le sue autoproduzioni e dando tanti consigli utili o potete prenotare una cena nel suo home restaurant, dove personalmente vi guiderà attraverso una serata immersiva nel mondo della cucina vegetale. In alternativa potete consultare altri siti utili a scoprire diverse ricette vegane.

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