Dark Kitchen: quello che si nasconde dietro l’arte del delivery
In questo, fin troppo lungo, periodo di pandemia la Dark Kitchen è più di un trend, una nuova forma di socialità ma anche di vero apprezzamento della cucina.
In tempi non sospetti ne aveva già parlato il Sole24Ore in cui veniva spiegato, nel 2019, perché il fenomeno della Dark Kitchen (chiamata anche Ghost o Cloud Kitchen) avrebbe conquistato il mondo e in effetti è stato così.
Partita da Los Angeles qualche anno fa è arrivata in Europa passando per città molto cosmopolite e moderne come Berlino e sicuramente il fatto che la nostra vita sociale stia risentendo delle restrizioni imposte da questa pandemia ha giocato a suo favore. Basti pensare che in Italia il valore dell’online food delivery nel 2020 è arrivato fino a quota 863 milioni di euro, segnando una crescita del 46% rispetto al 2019. Ma andiamo per ordine: cos’è esattamente una Dark Kitchen?
Niente che abbia a che fare con riti oscuri o film dell’orrore, semplicemente un nuovo modo di vivere e apprezzare il cibo: si tratta di cucine tipiche di un ristorante, in cui però manca il ristorante fisico perché, in questo caso, il ristorante è casa vostra. Ci sono un menù, una cucina professionale, chef professionisti che prepareranno piatti da ristorante pronti per essere consegnati a casa.
Il mondo della ristorazione insomma si sta riorganizzando per rispondere efficacemente alla richiesta di mercato e al fenomeno del food delivery. I ristoranti così assumono una “seconda personalità” creando addirittura delle “co-kitchen”: inviano uno dei loro chef in queste cucine collettive chiuse dove vengono date istruzioni per preparare i piatti più richiesti dal popolo delle app di food delivery.
Se ci pensiamo più attentamente in effetti quando consumiamo un pasto ci sono molti fattori che ci “distraggono” dal cibo: la location in primis, gli altri clienti, il servizio. Fattori fondamentali certamente per la valutazione di un ristorante ma non per concentrarsi sul cibo.
A Milano, per esempio, si è pensato a qualcosa di affine ma in parte diverso: è nato infatti un ristorante-laboratorio-hub esclusivamente vocato alla consegna a domicilio. Zero posti a sedere, tavoli o bancone. Il laboratorio ha solo una cucina all’interno in cui vengono realizzati piatti destinati alla consegna. Si chiama Delivery Valley ed è un progetto di due chef che hanno partecipato a Masterchef, Alida Gotta (arrivata seconda alla quinta edizione) e Maurizio Rosazza Prin (arrivato secondo alla seconda edizione). In meno di sei mesi dall’apertura Delivery Valley ha già evaso diecimila ordini, chapeau!
Il capoluogo meneghino è stato scelto anche da Glovo, per alcuni il migliore food delivery sulla piazza, per il suo ingresso ufficiale nel mondo della Dark Kitchen, o Ghost o Cloud Kitchen che dir si voglia. La società di delivery ha aperto a Milano la sua prima Cook Room sul modello di quelle già aperte in Spagna (una a Madrid e una a Barcellona) e in America Latina (due a Lima e una a Buenos Aires).
Dedicata alla cucina in outsourcing per i partner della ristorazione di Glovo, la Cook Room è una cucina professionale che può ospitare fino a sei aziende, ciascuna con un proprio spazio. Lo scopo è quello di separare la preparazione del piatto da quella per il servizio a domicilio, che potrebbero intralciarsi a vicenda: la “cucina senza ristorante” offerta da Glovo è in sostanza la stessa del ristorante dedicata alla cucina professional ma d’asporto.
Anche a Livorno, in Toscana, è nata una vera e propria Dark Kitchen che riunisce in un’unica cucina i ristoranti più amati della città con l’intenzione di dedicarsi unicamente alla consegna a domicilio studiando, cucinando e consegnando pasti pensati appositamente per il delivery.
Potremmo paragonare la Dark Kitchen a Netflix o Amazon Prime in un certo senso. Anche se credo che rendere il concetto di “a casa” uguale a quello di “al ristorante” o “al cinema” sia, per fortuna, impossibile, bisogna riconoscere un grande merito al mondo della ristorazione che, nonostante le enormi difficoltà che sta attraversando, non si arrende, evolve e si reinventa.
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