Riscoprire la fiducia attraverso il cibo, intervista a Cà di Viazadùr Farmhouse
Quattro chiacchiere con Andrea Savorani, proprietario dell’azienda agricola Cà di Viazadùr Farmhouse: sull’importanza delle antiche tradizioni e del concetto di community.
Cà di Viazadùr Farmhouse è una realtà in continuo divenire: nata intorno a inizio secolo come ordinaria azienda agricola familiare rappresenta oggi una realtà aziendale che trascende il confine di azienda ortofrutticola per giungere alla creazione di valore, formazione e community.
Andrea Savorani, giovane faentino classe 1990, dopo cinque anni in giro per gli Stati Uniti e dopo svariate esperienze lavorative nei pressi di San Francisco, rientra in Italia per prendere in mano le redini dell’azienda agricola nel 2015.
Cà di Viazadùr Farmhouse con sede nelle campagne faentine, nasce con il bisnonno Paolo, viene poi seguita e curata dal nonno Giovanni (artefice delle prime coltivazioni naturali) come attività agricola e di allevamento, viene infine presa in mano da Andrea qualche anno fa grazie all’energia e alla volontà di creare una realtà produttiva in grado di rispondere alle esigenze che il nostro ecosistema necessita.
L’approccio di Andrea non si focalizza sull’ossessiva ricerca di etichette o certificazioni ma punta tutto il suo impegno nell’attenta osservazione e nel passionato studio per la terra, per gli animali e per le tecniche naturali, con l’obiettivo di rieducarci alle lavorazioni e ai saperi che in passato erano in grado di rigenerare il terreno evitando, il più possibile, l’utilizzo di materiali e prodotti chimici o industriali.
Oggigiorno l’economia e il sistema richiedono l’iper produttività e la velocità istantanea: siamo oramai abituati ad acquistare prodotti alimentari di ogni tipo e in ogni luogo e difficilmente le nostre abitudini di consumo si allineano naturalmente alla stagionalità e alla tutela del territorio; ma c’è ancora chi crede nella sacralità della terra, nel rispetto delle tradizioni antiche e nella salvaguardia del nostro ecosistema.
“I nostri terreni si trovano in Via Sant’Andrea alle porte di Faenza e coltiviamo circa 8 ettari tra frutteto e orto. Crediamo nella coltivazione naturale, non abbiamo certificazione biologica per scelta ma pratichiamo la lotta integrata ricorrendo a trattamenti solo nei casi di necessità per cui si concretizzi il rischio di compromettere tutto il raccolto.”
Ho incontrato Andrea qualche anno fa presso il mercato agricolo della mia città e sono immediatamente rimasta folgorata dall’entusiasmo che emanava dalla sua voce ogni qualvolta doveva descrivere un ortaggio o suggerire lavorazioni e ricette ai clienti della bancarella. Questo slancio comunitario e sociale che lui e la crew dei suoi giovanissimi dipendenti sono così bravi a trasmettere, rappresenta la volontà di creare una sincera e autentica comunicazione tra produttore e consumatore che sia in grado di generare quel senso di fiducia e comunità, un tempo cardini valoriali delle relazioni che definivano il tessuto sociale ed economico del nostro paese.
“Mi piacerebbe che in futuro ognuno di noi tornasse ad avere il proprio contadino di fiducia, così come ognuno di noi possiede il proprio medico di fiducia!”
Queste le parole di Andrea che, attraverso la sua Cà di Viazadùr Farmhouse, non solo produce e distribuisce frutta, ortaggi e qualche prodotto finito ma che a breve inaugurerà il progetto per il suo stabile agricolo come spazio multifunzionale adibito sì a luogo di stoccaggio e lavaggio dei prodotti ma anche a dispensa e negozio per la vendita diretta, oltre che luogo di incontro e formazione multidisciplinare.
“For Future Generations to Come, We Are Inspired to Inspire” questo il motto e mantra di Cà di Viazadùr Farmhouse una realtà consapevole delle responsabilità che ogni produttore dovrebbe avere nei confronti del lavoro, e insieme un veicolo di responsabilità per il consumatore, oggi sempre più colto e attento alle dinamiche sostenibili ed etiche nei confronti del cibo e delle lavorazioni alimentari, che ricerca quell’autenticità vera che solo la natura è in grado di regalare.
“Credo che la responsabilità e la salvaguardia nei confronti del cibo e della salute ricada direttamente nella scelta di un contadino di fiducia. E insieme a questo dovremmo riscoprire il concetto di dispensa.”
Andrea mi ricorda quanto importante sia l’atto del comprare alimenti e prodotti che fanno parte della nostra tradizione alimentare, gli stessi che seguivano i cicli della natura e non le mode dietetiche, soprattutto poiché seguire la stagionalità e acquistare con consapevolezza ci permetterà di acquistare generi alimentari più nutrienti e di maggior qualità, e allora forse saremo anche in grado di riscoprire il sapore autentico e veritiero di un frutto o di un ortaggio così come saremo in grado di esaltarlo attraverso le nostre ricette.
Alimentarsi e nutrirsi in quest’ottica significherà anche, in un certo senso, tutelare e curare la propria salute; e allora, come Andrea saggiamente mi ricorda, così come ci fidiamo e ci affidiamo alle conoscenze del nostro dottore di fiducia, dovremmo poter fidarci e affidarci alle mani sapienti di chi conosce la terra e le sue smisurate potenzialità, per curarci nel profondo ma soprattutto per veicolare cultura e creare comunità.
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