Vitigni dimenticati: alla scoperta dei vini Dante
Nel cuore dell’Italia, due giovani ragazzi hanno deciso di riscoprire monovitigni autoctoni in purezza facendone la loro vita: i vini Dante.
Fare buon vino non è mai cosa semplice. Non lo è nemmeno in Toscana, una delle regioni che, di vino, ha molto da dire. Produrre buon vino in Toscana significa doversi confrontare con grandi aspettative, con grandi maestri e con antichissime tradizioni.
Una sfida che due giovani ragazzi toscani hanno accolto a braccia aperte, con un briciolo di follia e tanta voglia di rimettersi in gioco. Leonardo Bonelli e Daniele Ghinassi, spinti dal desiderio di partecipare a questa grande storia, hanno iniziato la loro avventura nel 2013 e hanno deciso di chiamarla “Vino Dante” prendendo come spunto le grandi gesta letterarie di Dante e della sua Divina Commedia; siamo a Bagno a Ripoli, nel cuore della Toscana.
Leonardo e Daniele, però, hanno un progetto molto chiaro in mente: valorizzare principalmente vecchie vigne abbandonate e vitigni autoctoni dimenticati; così, si dedicano alla ricerca di terreni adatti ed iniziano la loro grande avventura. L’obiettivo non è solo quello di ridare vita a qualcosa che era stato dimenticato ma farlo in modo autentico: “come si faceva una volta”.
Per dare completezza a questo grande disegno Leonardo e Daniele hanno deciso di vinificare esclusivamente in purezza, ovvero, non assemblando uve diverse per creare un vino ma esaltando l’autenticità di ogni singola uva, nello specifico, il Foglia Tonda, il Pugnitello, il Ciliegiolo ma anche Vermentino e Sangiovese.
Nel 2015 i grandi sforzi sono stati premiati con l’entusiasmo della prima vendemmia che ha consentito, nel 2019, l’inizio della commercializzazione.
Una storia bellissima che racconta la brama imprenditoriale di due ragazzi giovani che, dal nulla, stanno portando avanti un’idea meravigliosa tralasciando il profitto economico immediato per costruire con passione e tenacia qualcosa di grande.
Io voglio augurare a Daniele e Leonardo tutte le fortune del mondo e vi invito a provare questi vini perché sono il simbolo della passione dei giovani imprenditori italiani.
I VINI
FOGLIA TONDA
Il Foglia Tonda ha origini molto antiche ma, attualmente, viene utilizzato soprattutto per dare una spinta cromatica al Sangiovese, povero di colore. In Toscana, unico luogo in cui questo vitigno cresce, ne rimangono solamente 20 ettari.
Un’uva antica e dimenticata che Leonardo e Daniele hanno voluto recuperare in tutta la sua purezza regalandoci una bellissima esperienza sensoriale. Notevolissimo rosso rubino fitto con riflessi aranciati, limpido e consistente.
La gamma dei profumi è davvero interessante: liquirizia, sabbia e polvere mi fanno subito pensare che sto per degustare un vino di grande evoluzione. Non manca la frutta molto matura ma anche un ventaglio floreale di tutto rispetto, tra tutti ho notato quelle che volgarmente definisco le “Campanelle”, i classici fiori di campo. Profumi leggeri di tostatura tra cui ritrovo le nocciole, il tabacco da pipa ed il cacao con una “spruzzatina” finale di vaniglia.
In bocca le mie attese confermano quanto sentivo al naso: il vino è strutturato, non troppo alcolico, con un tannino leggero e raffinato merito, probabilmente, dei 6 mesi in barrique.
Una piacevolissima sorpresa. Vinificare un’uva dimenticata non è mai cosa semplice, ma questi ragazzi hanno avuto una brillante idea perché, finalmente, anche il Foglia Tonda può mostrarsi in tutto il suo splendore.
PUGNITELLO
Il Pugnitello, a causa della sua bassa resa, è stato uno tra i vitigni autoctoni toscani in via di estinzione fino al 1987 quando, le Università di Pisa e Firenze, hanno deciso di prendersi cura di lui per registrarlo ufficialmente nel 2002. Una vite complessa da coltivare e dalle caratteristiche inconsuete che, molto spesso, hanno dato spazio ad altre forme di coltura più “semplici”.
Il Pugnitello si presenta di colore rosso rubino molto intenso e fitto. Al naso sono immediati gli aromi speziati di cannella e chiodi di garofano con un finale di vaniglia ma non mancano i profumi fruttati “maturi” di prugna e frutti di bosco; eccellente anche il richiamo al ventaglio dei tostati come il tabacco e leggere sfumature di “bruciato” che ne completano la finezza.
Nonostante non faccia passaggi in legno, è un vino sorprendentemente equilibrato, pieno e vellutato in cui non mancano però un filo di acidità, un briciolo di tannino ed il giusto grado di sapidità.
Mi ha davvero sorpreso questo vitigno che non avevo mai avuto la fortuna di assaggiare prima. La sua morbidezza, insieme al suo carattere penetrante ne fanno, secondo il mio parere, una grande riscoperta per l’enologia della nostra carissima Toscana.
UN NUOVO 100% SANGIOVESE
Mi colpisce subito questo Sangiovese con il suo gran bel rosso rubino carico e denso ma soprattutto mi sorprende il suo particolarissimo profumo.
Vaniglia, tostatura e tabacco ma, come prima percezione, talco! Adorabile, mi riallaccia all’infanzia e a qualcosa di romantico. Solo nel finale è percepibile quello che è volgarmente definito il profumo di “buccia di salame” caratteristico del Sangiovese… ma qui dobbiamo uscire dagli stereotipi perché questo Sangiovese “Vini Dante” è qualcosa di nuovo! di Diverso! Quindi non vi parlerò di floreale e fruttato. Che bei profumi, che belle percezioni!
È un vino non particolarmente alcolico anche se la lancetta indica 13.5% vol. e si percepisce (soprattutto a stomaco vuoto), abbastanza morbido, leggermente tannico e con un filo di sapidità che rende tutto più accattivante.
Direi che è davvero molto equilibrato, nessuna inclinazione verso le durezze o le morbidezze: mi piace!
Potete acquistare i vini di Daniele e Leonardo su:
SITO WEB: www.vino-dante.it
AMAZON: https://amzn.to/2TrnJMq
WINEDELIVERY: https://www.winelivery.com/products?q=dante (10€ di sconto sul primo acquisto con il codice SGVSEVX7)
Ti è piaciuto l’articolo? Scopri i nostri partner, o leggi le nostre ultime notizie.
Scrivi un commento