Su Marte si possono coltivare orti con ulivi e pomodori
La ricerca italiana e quella europea stanno sperimentando metodi e modi per coltivare diverse specie vegetali nello spazio.
Dagli ulivi alle insalate, dalle patate ai pomodori, è corsa alla sperimentazione per l’agricoltura nello spazio ma anche su altri pianeti per le future colonie umane, mentre gli astronauti della ISS, la Stazione spaziale internazionale, hanno già assaggiato dell’insalata cresciuta in assenza di gravità. E’ quanto afferma la Coldiretti, in relazione alla scoperta del lago di acqua salata sotto i ghiacci del Polo Sud di Marte.
Adattare le coltivazioni a condizioni estreme extraterrestri richiede una lunga serie di ricerche, ricorda la Coldiretti, come quella realizzata nel deserto dell’Oman con un vero e proprio orto dove sono state coltivate quattro specie di micro verdure; tra queste ci sono il cavolo rosso e il radicchio perché completano il loro ciclo vitale in circa 15 giorni, garantendo un corretto apporto nutrizionale ai membri di un ipotetico equipaggio ‘marziano’ grazie a un sistema di coltivazione idroponica fuori suolo con riciclo dell’acqua.
Coltivare ulivi e altre piante legnose su Marte potrebbe diventare possibile grazie a un ambiente messo a punto dall’Enea presso il Centro Ricerche di Portici (Napoli): utilizzando la terra, simula le condizioni di un campo e permette di coltivare ortaggi come patate, pomodori, lattuga e basilico e, per la prima volta in queste condizioni, persino alberi come l’ulivo. Il tutto grazie all’uso di un sistema a due scompartimenti divisi ma collegati fra loro, uno sotterraneo per le radici e l’altro esterno per il fusto e la chioma.
La ricerca agricola spaziale punta anche a studiare gli equipaggiamenti che potranno essere impiegati in future missioni su Marte, compresi dei rifugi resistenti fino a -80° C e a venti oltre i 100 km/h e serre gonfiabili dotate di una rete di sensori per monitorare tutti i parametri indispensabili alla vita umana e vegetale.
Tra i moduli “agricoli” extra terrestri in fase di sperimentazione, spiega la Coldiretti, c’è anche la serra costruita tra i ghiacci dell’Antartide, nella base di ricerca tedesca Neumayer Station III, finanziata dall’Unione Europea, mentre sulla Stazione spaziale orbitante si stanno utilizzando moduli chiusi per coltivare in assenza di gravità varietà di frumento nano, ortaggi e spezie. Presso l’università olandese di Wageningen, invece, sono stati già raccolti i primi pomodori marziani coltivati in condizioni molto simili a quelle che i futuri coloni potrebbero incontrare sul pianeta rosso.
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