In Svezia boom della dieta mediterranea nei menù per bambini
L’Organizzazione Mondiale della Sanità richiama i Paesi ispiratori: Italia, Grecia e Spagna
La dieta mediterranea, ispirata ai modelli alimentari diffusi in alcuni Paesi del bacino mediterraneo (Italia, Grecia e Spagna) negli anni cinquanta del XX secolo, è seguita più nel resto d’Europa che nei suoi Paesi ispiratori. Con in testa la Svezia, il modello nutrizionale, riconosciuto dall’UNESCO come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’umanità nel 2010, ha perso consumatori proprio tra i suoi ispiratori. La riflessione, va specificato, riguarda l’alimentazione dei bambini ed è stata aperta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in occasione del recente Congresso europeo sull’obesità che si è tenuto a Vienna. Stando al monitoraggio della salute dei minori in 40 Paesi europei, promosso tra il 2015 e il 2017, dall’iniziativa Childhood Obesity Surveillance, in Italia, Grecia e Spagna c’è un tasso di obesità infantile che supera il 40%, mentre va meglio in Francia, Norvegia, Irlanda, Lettonia e Danimarca che non arrivano al 10%.
I problemi di peso, facile immaginarlo, vengono in particolare, attribuiti oltre al poco movimento, a bevande zuccherate, dolci e merende, troppo sale nei pasti e quantità eccessive di grassi, assimilati anche in modo sbagliato durante la giornata.
Il regime alimentare si fonda, invece, su alimenti il cui consumo è tradizionale in Paesi del bacino mediterraneo, in una proporzione che privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva (grasso insaturo), rispetto ad un più raro uso di carni rosse e grassi animali (grassi saturi), mentre presenta un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso, dolci.
Da Vienna, come riporta The Guardian, Joao Breda, capo dell’ufficio europeo dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili, non risparmia toni allarmanti, parlando addirittura di dieta mediterranea morta. Occasione però, per rilanciare e invitare ad un recupero rapido, tenuto conto anche del fatto, dichiara lui che “gli italiani riconoscono il problema e stanno cercando di fare qualcosa: almeno tre quarti dei bambini mangiano frutta ogni giorno o quasi tutti i giorni”.
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